Rognoni (Farmo): dal gluten free al mondo healty, il senza glutine sarà sempre più un valore aggiunto



Per Caltalks intervistiamo Francesca Rognoni, marketing director di Farmo. Farmo è un’azienda completamente italiana, nata nel 2000 per creare prodotti di alta qualità dedicati a un pubblico con esigenze alimentari specifiche. Focalizzata inizialmente sul mercato Italiano, l’attività si apre nel tempo ai mercati internazionali. Oggi il 50% delle vendite è negli Usa, il 40% in Europa, il restante 10% nei mercati del Far East (in fotografia, Francesca Rognoni, marketing director di Farmo).

Caltaks raccoglie e condivide con i lettori i punti di vista di personalità, innovatori, decision maker e opinion leader per comprendere i temi e le scelte che stanno cambiando il mondo. Il format punta a offrire analisi e raccogliere idee inerenti ai fatti e trend che stanno modificando la società dal punto di vista economico, sociale, ambientale, tecnologico, politico e istituzionale.

Partiamo dalla scelta che caratterizza oggi il vostro core business: quando e com’è nata l’idea strategica di concentrare l’attività sul settore alimentare del gluten free?
L’idea è nata prima degli anni 2000, quando il nostro presidente, Remo Giai, ebbe l’intuizione di puntare forte sul mondo del senza glutine, anticipando di molti anni quello che poi si sarebbe rivelato uno dei settori più importanti del mondo food, seppur di nicchia.

Può descrivere l’attuale contesto del mercato globale dei prodotti gluten free?
Il mercato globale del gluten free è in costante crescita, i volumi sono triplicati negli ultimi 3 anni e le proiezioni future confermano numeri sempre più importanti all’orizzonte.

Chi sono i vostri clienti nei principali mercati di distribuzione nei quali siete presenti?
I nostri clienti principali sono i consumatori del mondo gluten free, ma ci stiamo allargando progressivamente al mondo healthy più in generale, di cui il senza glutine è un valore aggiunto. Farmo si distingue dai suoi competitor per l’alta qualità dei suoi prodotti che hanno un elevato profilo nutrizionale e un plus unico: tutto fatto 100% in Italia nei nostri stabilimenti produttivi in provincia di Milano.

Quale peso ha la domanda di prodotti specifici da parte di chi svolge attività sportiva?
Per chi svolge attività sportiva, così come per chi ha una vita attiva ed è attento all’alimentazione, la domanda è alta; il consumatore nel 2023 è diventato più che consapevole, sa che il senza glutine è una scelta sana e più digeribile anche per chi non è celiaco. I prodotti della Linea Farmo Protein sono gli unici in commercio senza glutine e senza soia, ad eccezione dei Protein Choco Cookies.

Parliamo di innovazione: come interpretate la necessità di apportare un continuo valore aggiunto alla vostra attività?
Apportare un continuo valore aggiunto alla nostra attività è la base della nostra idea di business. Rinnovarsi è d’obbligo se non si vuole rimanere statici nel mercato, e, soprattutto nel mercato di oggi dove i trend cambiano ogni 6-12 mesi, rimanere attenti alle esigenze è cruciale. Noi ogni anno proponiamo novità di prodotto. Farmo investe il 6% del fatturato nelle attività di Ricerca & Sviluppo grazie alle quali testiamo sempre nuovi ingredienti per offrire ai nostri clienti prodotti che anticipino i trend del mercato.

In che modo affrontate le nuove esigenze legate ad ambiente e sostenibilità?
Per quanto riguarda le nuove esigenze dell’ambiente e della sostenibilità Farmo è molto attenta: abbiamo infatti redatto il nostro primo Bilancio di Sostenibilità relativo ai dati 2021 e abbiamo individuato una serie di parametri da monitorare, tra cui la riduzione degli sprechi e la diminuzione dell’uso della plastica sia nei nostri pack sia all’interno dell’azienda.

La crescita dell’inflazione e dei costi delle materie prime sta avendo un elevato impatto sull’economia attuale: come state vivendo e affrontando questo fenomeno?
Sì, il 2022 è stato un anno critico perché gli aumenti dei costi delle materie prime, dei costi energetici e dei costi di trasporto hanno ridotto le nostre marginalità ma, essendo produttori e controllando la filiera, siamo riusciti a parare il colpo. Adesso sembra che qualcosa stia migliorando anche se non si tornerà ai valori del 2021, quindi bisogna rimboccarsi le maniche e ottimizzare tutti i processi, affinché si riducano i costi su tutta la filiera.

Guardando al futuro, quali saranno a suo parere i trend che caratterizzano il comparto dell’alimentazione industriale?
I maggiori trend dal mercato sono sicuramente i prodotti ad alto contenuto proteico e ad alto contenuto di fibre. Dal Nord America arriva anche la richiesta di prodotto keto, ovvero prodotti a basso contenuto di carboidrati, un trend che arriverà sicuramente anche da noi. Stiamo anche lavorando per offrire sempre più prodotti a ridotto contenuto di zucchero e sali, senza dimenticare i prodotti privi di derivati animali (no latte e no uova).

Servizio a cura di Stefano Calicchio (C) riproduzione riservata

Commenti

Post popolari in questo blog

Armiliato (CODS): le donne scontano le scelte mancate su gender gap e lavoro di cura

Segantini (C+S Architects): l’architettura ha la responsabilità di tradurre il tempo in cui viviamo

Armiliato: nel canto c’è un segreto che ognuno di noi deve scoprire