Sinigaglia (Fòrema) vantaggi economici e sociali per le pmi impegnate sulla sostenibilità


Per Caltalks intervistiamo il direttore generale di Fòrema Matteo Sinigaglia. Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 Fòrema ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Oggi è il punto di riferimento per la formazione del sistema confindustriale.

Caltalks raccoglie e condivide con i lettori i punti di vista di personalità, innovatori, decision maker e opinion leader per comprendere i temi e le scelte che stanno cambiando il mondo. Il format punta a offrire analisi e raccogliere idee inerenti ai fatti e trend che stanno modificando la società dal punto di vista economico, sociale, ambientale, tecnologico, politico e istituzionale.

Può descrivere brevemente la missione di Fòrema e come si è evoluta nel tempo?
Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019 e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova, siamo una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia. A provarlo, i numeri: nel corso del 2022 sono state 26.368 (+9% sul 2021) le persone che hanno seguito corsi di formazione (nel 2021 furono 24.314; +14% sul 2020). In tutto, sono state erogate 41.641 ore in corsi di vario genere, con una crescita del 7,5% sul 2021. Oggi abbiamo sede negli uffici di proprietà collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova.

Quali sono i principali ostacoli che Fòrema ha dovuto affrontare nel corso degli anni e come li avete superati?
La nostra è una storia di crescita costante, sempre seguendo la bussola delle priorità delle aziende sui temi della formazione. Se abbiamo trovato un ostacolo, ossia quello del saper intuire e interpretare le esigenze del tessuto economico, anticipando le nuove professioni, lo abbiamo superato nel corso degli anni. Non ci affidiamo al caso, costantemente siamo in rapporto con gli enti pubblici e i privati, che coinvolgiamo anche per capire le loro priorità. 

Ci può fare un esempio pratico?
Ad esempio, in un recente sondaggio abbiamo chiesto agli imprenditori di individuare il livello di priorità con cui l’organizzazione intende mobilitare il proprio capitale cognitivo. Più della metà del panel (53%) ritiene che investire nella formazione del proprio personale abbia una priorità medio alta o alta (20% dei casi), in particolare per quanto riguarda il personale con ruoli di responsabilità (priorità massima per un’impresa su quattro), seguiti dal personale operativo (21%), confermando solo in parte il trend rilevato nel 2022 (focus su impiegati, direzione, neo-assunti: in quest’ultimo caso, la diminuzione di interesse nella formazione è connessa al fatto che si fatica a trovare personale). Per noi sono risultati interessanti, orienteremo poi l’offerta sicuri che sul mercato ci sia la necessità del prodotto formativo che ci apprestiamo a proporre.

Come avete adattato i vostri programmi di formazione in risposta alla pandemia di COVID-19 e ai risvolti delle recenti crisi economiche e geopolitiche?
È stato un periodo molto particolare, abbiamo sviluppato tutte le procedure di comunicazione on line, dai corsi via zoom fino alle piattaforme coi contenuti pre-confezionati per le grandi multinazionali. Tra i vari progetti, abbiamo anche realizzato un manuale aperto, in stile Wikipedia, dedicato al mondo della formazione on line, contenente buone prassi, modelli da seguire, strumenti di lavoro e pratiche vincenti per realizzare un’efficace formazione a distanza. Uno strumento operativo fondamentale per il mondo della formazione, in particolar modo in tempi di pandemia in cui quasi tutti gli eventi formativi sono passati dall’incontro in presenza all’evento da remoto. 

Da dove è emersa l'idea del progetto?
L’idea di realizzare questo manuale digitale era arrivata da IlCuboRosso, la nostra divisione che si occupa di sviluppo organizzativo. L’obiettivo in quel caso era di condensare le idee emerse in un “Digital Learning Playbook”, un’enciclopedia on line dedicata al mondo della formazione. Una sorta di Wikipedia della formazione digitale, contenente buone prassi, modelli da seguire, strumenti operativi e procedure da poter utilizzate, un manifesto scritto da chi nella formazione ci mette le mani ogni giorno. Ma è solo un esempio, abbiamo davvero usato ogni metodo della formazione digitale.

Recentemente avete avviato il progetto "Work Ability and Ageing": come affronta l'invecchiamento della forza lavoro e come contribuisce alla prevenzione degli infortuni?
Va fatta una premessa. Il progressivo innalzamento dell’età pensionabile sta generando un invecchiamento della popolazione attiva al lavoro. I disturbi muscoloscheletrici coinvolgono tre lavoratori su cinque e sono tra le tecnopatie più diffuse e comuni in Europa. Stando ai più recenti aggiornamenti sui dati Inail, quasi la metà dei casi di infortunio in Veneto nel corso del 2022 è confluita nella classe d’età tra i 40 e i 59 anni. In Europa, stando all’indagine Share (Survey of Heath Aging and Retirement in Europe), più del 30% dei lavoratori tra i 50 e i 64 anni hanno almeno una limitazione nella mobilità, nella funzione degli arti superiori o nell’esecuzione dei movimenti fini.

Per questo motivo abbiamo pensato al progetto Work Ability and Ageing, tenendo conto che queste patologie insidiano anche attività non tradizionali come le modalità di prestazione in smart working, in cui sono impegnati attualmente ancora molti lavoratori. In una logica di tutela globale e integrata della salute degli individui e considerando che i lavoratori trascorrono nei luoghi di lavoro parte consistente della loro vita, i datori di lavoro possono promuovere azioni finalizzate a migliorare gli stili di vita dei loro dipendenti, anche facilitando la pratica dell’attività fisica.

All’interno del "Festival della Sicurezza", poi, abbiamo presentato il progetto “Work Ability and Ageing” promosso con Confindustria Veneto Est e finanziato dall’Ulss 6 Euganea e Regione Veneto, iniziativa rivolta a Datori di Lavoro, RSPP (responsabili del servizio di prevenzione e protezione, ndr), RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, ndr) e lavoratori padovani”.

Quali sono gli altri trend e temi chiave del settore e in che modo possono essere sviluppati dalle aziende per ottenere un vantaggio competitivo attraverso la formazione?
Oggi appare evidente che le pmi impegnate in una strategia di sostenibilità ottengono vantaggi di natura economica e sociale. Mentre le grandi aziende hanno progetti in corso da anni, i piccoli imprenditori si stanno affacciando per la prima volta a questo mondo. Se impostata in una dimensione temporale di medio-lungo periodo, la sostenibilità agisce positivamente sul capitale reputazionale delle pmi e sui suoi asset valoriali e sullo stakeholder engagement.

Su questi temi abbiamo lavorato molto, anche con degli importanti accordi con Iase Italy, il principale ente internazionale per la certificazione degli standard per gli operatori del settore Esg. Essere sostenibili significa utilizzare una leva di posizionamento e di distinzione nel mercato ma anche ridurre il profilo di rischio nelle dinamiche finanziarie, diventare un incubatore e un acceleratore di innovazione sotto il profilo del prodotto e del processo produttivo e creare legami proficui con il territorio.

Qual è la vostra visione per il futuro di Fòrema? Quali obiettivi volete raggiungere nei prossimi cinque anni?
La nostra linea di crescita è ben definita. Stiamo operando in sinergia con gli enti pubblici e le aziende per essere sempre performanti nell’offerta formativa. Di fatto, ci sono ambiti nei quali possiamo pensare alle priorità da qui a cinque anni. Ma ovviamente il nostro interesse non è tanto collegato all’offerta standard, quando a rimanere al passo coi tempi. Faccio un esempio. Secondo uno studio di PwC, l'IA potrebbe aggiungere fino a 15,7 trilioni di dollari all'economia globale entro il 2030. E, come riportato da Gartner, il 75% delle imprese utilizzerà l'IA operativa entro il 2024. Non sorprende quindi che l'IA e gli strumenti legati a Chat GPT stiano trasformando radicalmente il panorama del business, ridefinendo non solo come le imprese operano, ma anche come affrontano la trasformazione digitale. Per sfruttare al meglio questa rivoluzione e aumentare il vantaggio competitivo, gli imprenditori devono adottare il giusto mindset e imparare a dominare questi strumenti. La sfida per i manager adesso è scoprire come utilizzare l'AI e Chat GPT per migliorare le performance aziendali senza farsi travolgere da queste tecnologie e per questo abbiamo già iniziato ad organizzare dei corsi ad hoc presso l’acceleratore d’impresa Le Village di Padova.

Servizio a cura di Stefano Calicchio (C) riproduzione riservata

Commenti

Post popolari in questo blog

Armiliato (CODS): le donne scontano le scelte mancate su gender gap e lavoro di cura

Palazzolo (Lemon Sistemi): la sostenibilità per cambiare il proprio modello di crescita

Simona Galeotti, Gustavo Rol e il messaggio che salverà il mondo