Gatto (Ingtv): Ordine e Università insieme, un’occasione per i professionisti e per la collettività

Eva Gatto, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Treviso


Per Caltalks intervistiamo il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Treviso, Eva Gatto, in occasione della firma di un accordo di collaborazione con UniTrento. L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Treviso è un Ente pubblico a cui sono assegnate diverse funzioni istituzionali. Rappresenta un punto di riferimento per la valorizzazione della professione, offrendo servizi dedicati ai propri iscritti e alla cittadinanza. L'Università di Trento accoglie 16.000 studenti, circa 600 tra docenti e ricercatori e altrettanti fra personale tecnico e amministrativo.

Caltalks raccoglie e condivide con i lettori i punti di vista di personalità, innovatori, decision maker e opinion leader per comprendere i temi e le scelte che stanno cambiando il mondo. Il format punta a offrire analisi e raccogliere idee inerenti ai fatti e trend che stanno modificando la società dal punto di vista economico, sociale, ambientale, tecnologico, politico e istituzionale.

Com’è nata l'idea di questa collaborazione tra l'Ordine degli Ingegneri e l'Università di Trento?
Si tratta di un progetto partito dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Trento e che l’Ordine di Treviso, così come quello di Belluno, hanno trovato meritevole di replica.

In che modo pensa che la presenza di professionisti in aula potrà arricchire l'esperienza didattica degli studenti universitari?
È un’opportunità per gli studenti di entrare in contatto direttamente con chi già opera nel settore, un avvicinamento alle esigenze e peculiarità del mondo professionale. Ma rappresenta anche un contributo prezioso di competenze ed esperienza sul campo, utile a formare i futuri ingegneri.

Come viene gestita la scelta tra i diversi percorsi formativi, ovvero tra formazione ad hoc e la partecipazione a segmenti di corsi universitari?
L’obiettivo consiste nel far incontrare le esigenze di formazione continua dei professionisti per l’aggiornamento di competenze culturali, tecniche e scientifiche di alta qualità con l’offerta formativa del mondo accademico. Tutto ciò considerando le peculiarità organizzative che una tale azione ha per chi già lavora.

Durante l'incontro in Rettorato si è discusso dello scambio reciproco di esperienze. Quali benefici diretti si prevede che porterà questo scambio?
Sarà un’occasione per progettare iniziative di formazione continua ancora più efficaci, che permettano un aggiornamento professionale spendibile e al passo con le evoluzioni tecnologiche. E anche per l’università rappresenterà un’occasione sia per arricchire la didattica universitaria e renderla più completa, sia per offrire nuovi spunti per le attività di ricerca.

Gli ingegneri hanno il noto obbligo normativo di formazione continua. Questa nuova convenzione, come influenzerà tale obbligo? Fornirà opportunità che prima non erano disponibili?
Sì, infatti gli ingegneri potranno assolvere all’obbligo della formazione continua partecipando alle azioni formative che saranno messe in campo in seno alla convenzione. Vi sarà la possibilità di vedere riconosciuti crediti formativi validi per l’esercizio e l’aggiornamento delle competenze professionali e perseguire l’obiettivo del corretto esercizio della professione, nonché dell’adeguamento del livello di competenza e preparazione dei professionisti. Tutto ciò a garanzia della tutela dell’interesse pubblico, della sicurezza e del benessere della collettività.

Infine, come prevede che questa partnership influenzerà la formazione degli ingegneri di domani e come può aiutare a colmare il divario tra formazione accademica ed esigenze professionali e lavorative per gli studenti?
L’accordo permetterà ai professionisti di offrire all’Università un contributo prezioso di competenze ed esperienza sul campo, utile a formare le ingegnere e gli ingegneri di domani, entrando in relazione più diretta con il mondo professionale. Ma sarà anche un’occasione per progettare iniziative di formazione continua ancora più efficaci, che permettano un aggiornamento professionale spendibile e al passo con le evoluzioni tecnologiche. E ultimo, ma non meno importante, per entrare in relazione più diretta con il mondo professionale, produttivo e sociale del territorio.


Servizio a cura di Stefano Calicchio (C) riproduzione riservata

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