Mascarello (UBI): l'approccio interdisciplinare? Un elemento essenziale della ricerca contemplativa

Chiara Mascarello, docente universitaria e co-direttrice del Centro Studi dell’Unione Buddhista Italiana

Per Caltalks intervistiamo Chiara Mascarello, docente universitaria e co-direttrice del Centro Studi dell’Unione Buddhista Italiana, per il quale si occupa, in collaborazione con le università, di progetti di formazione, ricerca e alta divulgazione. L’intervista prende forma in occasione del convegno sulla meditazione e sulle pratiche contemplative per affrontare le sfide contemporanee, organizzato dal 19 al 23 giugno 2024 a Padova e nato dalla collaborazione tra la International Society for Contemplative Research, il Mind and Life Europe, l’Università di Padova e il Centro Studi dell’Unione Buddhista Italiana.

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Può descrivere brevemente i temi che saranno trattati durante il convegno e i suoi obiettivi principali?
Il convegno promuove il settore di studio emergente della Contemplative Research, che si concentra sul fenomeno della meditazione e delle altre pratiche contemplative, affrontandolo attraverso diverse discipline in dialogo tra loro. Si integrano quindi gli approcci neuroscientifico, filosofico, degli studi religiosi, psicologico, pedagogico e così via. L'obiettivo è promuovere uno studio rigoroso e approfondito delle tradizioni contemplative e studiarne le possibili applicazioni nel contesto contemporaneo, dove ci troviamo ad affrontare innumerevoli sfide e cambiamenti che alimentano una sensazione di incertezza e precarietà. Il convegno è intitolato: “Embodied Cognition and Intersubjectivity in Uncertain Times, Interdisciplinary Frameworks for Contemplative Research and Education”. Al centro vi è dunque il concetto di “cognizione incarnata”, che rimanda a un modello di comprensione della realtà basato sulla corporeità e sull'interconnessione con gli altri e con il contesto in cui viviamo. Il sottotitolo evidenzia invece il metodo di questo campo innovativo di ricerca: un approccio interdisciplinare, che al giorno d’oggi si rivela sempre più necessario, vista la complessità del mondo in cui viviamo.

Quali sono i vantaggi di un approccio interdisciplinare alla ricerca contemplativa e come si riflettono nel programma del convegno?
L'approccio interdisciplinare è un elemento essenziale della ricerca contemplativa. Questo campo mette al centro un fenomeno multisfaccettato, che ha dato origine a numerose forme di pratica nelle tradizioni contemplative che si sono susseguite in diverse epoche e latitudini. Una sola disciplina non potrebbe cogliere appieno, da sola, i meccanismi, il potenziale, il contesto di origine di queste pratiche, la specificità delle loro istruzioni e le loro possibili applicazioni. È quindi sempre più necessario un proficuo e profondo rapporto tra saperi, per capire come queste pratiche possano risuonare con la nostra situazione attuale. 

In particolare, negli studi contemplativi si sta consolidando un paradigma innovativo che tiene insieme, in un sapiente intreccio, la ricerca in prima persona e quella in terza persona. Ciò significa affiancare all’approfondimento rigoroso delle pratiche contemplative (approccio in terza persona) un'esperienza soggettiva delle stesse (approccio in prima persona). Infine, il racconto dell’esperienza vissuta in prima persona richiede una modalità dialogica attenta e rigorosa, che rimanda all’importanza del “tu”, cioè della seconda persona.

Il convegno mette al centro l'approccio interdisciplinare, che è il motore stesso dell'evento, per cui il dialogo tra le diverse discipline occuperà uno spazio centrale. Ciò significa che i relatori non sono quasi mai da soli sul palco, ma dialogano con i rappresentanti di altre branche del sapere, cosicché lo stesso tema è affrontato in forma corale da diverse prospettive.

Quali sono le principali sfide contemporanee che verranno discusse durante il convegno e in che modo la meditazione e le pratiche contemplative possono offrire soluzioni o supporto?
Le principali sfide contemporanee riguardano i veloci cambiamenti che ci troviamo ad affrontare, come le grandi trasformazioni del digitale e l'intelligenza artificiale. Questi nuovi strumenti e il loro possibile impatto sulle nostre vite saranno temi trattati in alcuni interventi del convegno. Oltre a ciò, la crisi climatica e ambientale sarà un argomento centrale, così come le difficoltà nelle relazioni intersoggettive e interculturali.

Un'altra tematica rilevante è la difficoltà metodologica ed epistemologica di integrare diverse prospettive nello studio delle pratiche contemplative. In altre parole, il convegno pone al centro il problema dell'intersoggettività, che riguarda sia le relazioni tra le persone, sia quelle tra essere umano e l'ambiente, sia, infine, quella tra i diversi campi del sapere.

Inoltre, saranno affrontate tematiche legate alla costruzione delle identità, all’inclusione e alla giustizia sociale. Tutti questi temi saranno discussi e approfonditi nel corso del convegno, offrendo una visione complessiva delle sfide attuali e delle possibili risposte provenienti dal mondo contemplativo.

Uno dei temi del convegno è l'educazione contemplativa. In che modo questa può essere implementata nelle scuole e nelle università per affrontare le sfide contemporanee?
Questa è una domanda importantissima: l’educazione contemplativa è un campo ancora nelle sue primissime fasi di delineazione, e il convegno si cura di tenerla in alta considerazione. Anzi, forse, ora come ora, inviterei chi fosse incuriosito da tale domanda a notare come il filone dell’educazione contemplativa attraversi, di fatto, l’intero convegno. Si inizia infatti con un pre-conference workshop di carattere interattivo, in cui si mette a fuoco lo stato dell'arte di questo ambito e si discutono le principali sfide legate alla formazione nei primi anni dell'infanzia, nell'adolescenza e nell'educazione secondaria. Quindi, durante il convegno, al tema saranno dedicati vari panel, talk e keynote panel, per un totale di più di 50 contributi: proposte didattiche, prospettive educative e ricerche sperimentali saranno presentati e discussi, per dare concretezza a possibili percorsi condivisi in questa direzione. Infine, un post-conference workshop cercherà di raccogliere le intuizioni emerse durante le attività svolte e muovere i primi passi verso la creazione di un nuovo network internazionale dedicato al settore.

Senz’altro però, nel frattempo, ci preme segnalare un grande progetto che, come Centro Studi, abbiamo lanciato in collaborazione con l’Università di Padova. Si tratta di un programma formativo innovativo che ben si inscrive nel campo dell’educazione contemplativa: il Master biennale di I livello in Contemplative Studies, che si sta avviando ora alla sua terza edizione e raccoglie circa 60 docenti e altrettanti studenti, impegnati in un percorso che intreccia gli approcci in prima, seconda e terza persona. Il Master è interamente dedicato all’universo della meditazione e intende ripensare prassi e stili di vita in un’ottica di sostenibilità e consapevolezza, documentando e promuovendo i benefici delle pratiche contemplative nei vari settori della società (istruzione, sanità, mondo del lavoro e crescita personale). Nozioni di psicologia e neuroscienze offrono un’indagine moderna della meditazione, mentre filosofia, sociologia e storia delle religioni ne approfondiscono la pratica entro le tradizioni indo-buddhista, cristiana, ellenistica e islamica. L’impianto pedagogico include varie sessioni di condivisione e dialogo tra gli studenti e, soprattutto, oltre 200 ore di pratica guidata, attraverso diversi training meditativi dedicati ad approcci tradizionali e moderni.

Come verranno trattati i temi dell'inclusività e della giustizia sociale durante il convegno?
I temi dell'inclusività e della giustizia sociale sono presenti in tutte le attività del convegno, dai pre-conference fino ai post-conference workshop. Si cercherà di adottare una sensibilità e uno spirito di inclusione a 360 gradi - che oggi sono sempre più necessari per affrontare le tensioni e le complessità del mondo contemporaneo - sviluppando questi aspetti attraverso la lente della prospettiva contemplativa. Si discuteranno le possibili risposte a varie forme di discriminazione, e si esamineranno le migliori strategie per porre le pratiche contemplative al servizio dei membri più vulnerabili della società.

Inoltre, si discuterà su come poter coltivare questa stessa attenzione e cura per l’inclusività anche al livello metodologico degli studi del settore: durante il convegno si esamineranno i metodi, i contesti e le risorse più indicati per compiere una ricerca capace di includere sia diversi saperi, sia studiosi provenienti dalle più svariate situazioni - anche le più svantaggiate. Per incarnare concretamente tali declinazioni del principio di inclusività, nel convegno abbiamo cercato di essere inclusivi anche dal punto di vista epistemologico, cercando di evitare il predominio delle neuroscienze che spesso connota questo tipo di eventi, dando invece pari dignità a tutti i saperi, compresi quelli di stampo umanistico. Inoltre, abbiamo previsto delle borse di studio per chi proviene da situazioni, contesti e aree del mondo più svantaggiate.

La misurazione dell'esperienza meditativa è una sfida nella ricerca contemplativa. Come verrà affrontato questo tema durante il convegno?
La misurazione dell'esperienza meditativa è uno degli aspetti più delicati della ricerca, situandosi esattamente all'incrocio tra l'approccio in prima persona, che prevede l'esperienza soggettiva delle pratiche contemplative, e quello in terza persona, che studia le tradizioni contemplative, i meccanismi cognitivi, psicologici e neurologici delle pratiche stesse, nonché la misurazione dei relativi parametri.

Il convegno affronta questo delicato problema metodologico innanzitutto incoraggiando gli studiosi che presenteranno i loro progetti a mostrare come la loro squadra di lavoro affronta questo aspetto metodologico, nel tentativo di rendere proficua l'interazione tra esperienza soggettiva e misurazione della stessa.

Alla fine del convegno, inoltre, un workshop tratterà proprio le metodologie di misurazione dell'esperienza meditativa, cercando di fare tesoro delle intuizioni emerse durante il convegno. Ci sarà un ampio momento di discussione tra i partecipanti, che si spera possa essere proficuo per l’approfondimento di questa sfida.

Infine, quali sono le sue speranze e aspettative riguardo all'impatto del convegno sia sui partecipanti che sulla società in generale?
Portare un convegno su questo campo emergente in Italia, oggi, è un gesto estremamente innovativo e dirompente. La società italiana e, più in generale, europea rappresenta un contesto completamente diverso rispetto a quello statunitense, dove la ricerca contemplativa ha già mosso i suoi primi passi.

L’organizzazione del convegno ha visto la collaborazione di diverse istituzioni di prestigio: l'Università degli Studi di Padova, con il suo Master in Contemplative Studies, il Centro Studi dell'Unione Buddhista Italiana, che promuove lo studio dei Buddhist Studies e dei Contemplative Studies nella società, l'International Society for Contemplative Research, che supporta la ricerca accademica in questo campo, e il Mind and Life Europe, istituzione cruciale a livello europeo per la promozione di questi temi.

Grazie a queste collaborazioni, abbiamo unito le forze per far avanzare le frontiere degli studi contemplativi in Italia e in Europa, muovendoci fra varie sedi, municipali e universitari, per un convegno itinerante, pensato proprio per attraversare e sensibilizzare la città nei suoi diversi contesti. È vero che ci rivolgiamo innanzitutto all'ambito accademico, con la sua ricca comunità di studiosi, ricercatori e studenti, ma allo stesso tempo intendiamo mostrare alla cittadinanza il potenziale che questi studi e queste pratiche possono avere per ciascuno di noi, toccando tutti i settori della società.

Servizio a cura di Stefano Calicchio (C) riproduzione riservata

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