Anna Cecilia Rosso (Quanto): il riso un ponte tra tradizione, innovazione e consapevolezza sociale

La founder della start up Quanto Anna Cecilia Rosso

Per Caltalks intervistiamo la founder della start up innovativa Anna Cecilia RossoQuanto è uno spin off dell’Università di Varese con sede a Vercelli, specializzata nella promozione della scienza attraverso l’alimentazione sostenibile. Il prodotto di punta è un riso nero ecosostenibile che consuma poca acqua e non necessita di trattamenti, rappresentando così un’innovazione nel settore.

Caltalks raccoglie e condivide con i lettori i punti di vista di personalità, innovatori, decision maker e opinion leader per comprendere i temi e le scelte che stanno cambiando il mondo. Il format punta a offrire analisi e raccogliere idee inerenti ai fatti e trend che stanno modificando la società dal punto di vista economico, sociale, ambientale, tecnologico, politico e istituzionale.

Quali sono stati i principali fattori che hanno contribuito alla nascita e alla crescita di Quanto dal suo lancio nel 2021?
I fattori chiave combinano obiettivi commerciali ed educativi perché la missione è duplice: commercializzare il miglior riso biologico italiano, valorizzando la tradizione risicola di Vercelli, e usare il riso per promuovere la divulgazione scientifica, sensibilizzando su salute e sostenibilità ambientale, sociale e civile. L’innovazione di Quanto si esprime quindi attraverso varietà di riso altamente sostenibili, spesso poco conosciute. Per l’azienda, innovazione e sostenibilità sono due fattori inseparabili, attraverso i quali puntare a trasformare la percezione dei consumatori. Distinta da quella di altre realtà, la nostra missione punta ad un cambiamento culturale, usando i nostri canali ed eventi per rendere la società nella quale viviamo più consapevole e orientata a valori sostenibili.

Può spiegarci come funziona l’idea di combinare la tradizione del riso con la divulgazione scientifica e quali benefici apporta alla società?
La nostra idea è di combinare tradizione del riso e divulgazione scientifica per apportare benefici concreti alla società. L’obiettivo è vendere riso biologico di alta qualità prodotto in modo sostenibile, informando i consumatori sui suoi usi e favorendone il consumo rispetto ad altri carboidrati come la pasta. L’azienda valorizza la varietà di risi disponibili, collaborando con istituzioni come la Strada del Riso e l’Ente Nazionale Risi, per ampliare la conoscenza dei consumatori e trasformare la percezione del riso in cucina. Il riso viene inoltre promosso come prodotto locale, sostenibile e creativo, capace di ispirare oltre la semplice funzione alimentare. Attraverso accademici, divulgatori ed esperti, trasmettiamo messaggi rivoluzionari in modo semplice, favorendo consapevolezza culturale e sociale. Questo processo, necessario per affrontare i cambiamenti culturali, richiede tempo e supporto, ma punta a creare trasformazioni durature.

Quanto investe sulla ricerca scientifica e sulla promozione di valori come l'ecosostenibilità. In che modo questi investimenti stanno contribuendo alla diffusione di conoscenze nel settore alimentare?
Molto, perché rappresenta uno dei nostri punti di forza. Ci impegniamo a comunicare ciò che facciamo nel modo più trasparente possibile. Stiamo inoltre aggiornando tutti i nostri canali per spiegare meglio le nostre attività e promuovere i nostri prodotti sostenibili.

Parliamo del vostro progetto editoriale: come si inserisce nella vostra missione e che tipo di impatto sperate di avere sulla consapevolezza sociale?
Tra i nostri obiettivi c’è anche quello di valutare l’impatto della nostra missione. Come economista, condurremo analisi ad hoc per misurarlo. In generale, puntiamo a contribuire e fare chiarezza su alcuni temi, avvicinando la ricerca alla popolazione, spiegandone sia i limiti che i benefici. Oggi siamo sommersi dall’informazione, ma chi potrebbe e dovrebbe comunicarla spesso non lo fa, delegandola a chi ha meno competenze in materia. Il nostro obiettivo è supportare i cittadini, aiutandoli a orientarsi in questo mare di dati e notizie che spesso generano confusione e minano la fiducia nelle istituzioni.

Infine, quali saranno le principali sfide e quali obiettivi vi ponete per il prossimo anno, soprattutto in termini di innovazione agricola e di diffusione della scienza attraverso l’alimentazione?
Tanti! Sicuramente cercare di integrare sempre di più le nostre due anime, le due finalità di cui ho parlato prima. Questo ci permetterebbe di raggiungere due obiettivi contemporaneamente: il primo è quello di far conoscere il riso, un prodotto bellissimo dalle mille sfaccettature; sia globale, perché viene mangiato in tutto il mondo, sia locale, perché ogni paese e regione ha il suo modo di cucinarlo, mangiarlo e usarlo. Infatti, attraverso il riso possiamo fare il giro del mondo! Ma anche quello di aumentare la consapevolezza su temi importanti per la nostra società. Sarebbe un modo semplice e innovativo di fare divulgazione. Attraverso il cibo non si arriva solo al cuore, ma anche alla mente. Vogliamo aumentare il consumo del riso integrale, insegnando a cucinarlo e a sfruttarlo. Non esiste solo il Carnaroli, anche se riconosciamo che un buon risotto sia sempre un piatto apprezzato. Ma avete mai provato a farlo con il nostro riso nero? Vogliamo aumentare il numero di articoli, eventi e workshop divulgativi. Come dicevo prima, questo ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi descritti qui sopra.

Servizio a cura di Stefano Calicchio (C) riproduzione riservata


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